Tanto, imparerà poi a scuola…
I rischi di delegare tutti gli aspetti educativi alle istituzioni scolastiche
Alcuni bambini iniziano a parlare relativamente tardi, sembrano meno pronti rispetto ai coetanei, appaiono pasticcioni e grossolani nei comportamenti. In molti casi, per necessità oggettive, poca informazione o convenienza del momento, si è portati a sottovalutare le difficoltà del bambino, nella convinzione che “tanto poi ci penserà la scuola”. Ciò può essere vero sotto alcuni aspetti, ma comporta una serie di rischi per altri.
L’opportunità data al bambino di dimostrare un disagio nel lasciare traccia su un foglio, nel muoversi nello spazio o nell’eseguire operazioni che altri bambini riescono a fare senza grandi problemi dovrebbe implicare parallelamente uno sforzo nell’osservazione del suo modo di porsi rispetto a queste attività.
In caso contrario, gli indizi forniti dal bambino rischiano di “cadere nel vuoto”, fino a quando non incontri qualcuno che se ne faccia carico e che tenti di aiutarlo nel suo processo evolutivo.
Tanto più precocemente avverrà il rilevamento del disagio da parte di una diagnosi pedagogico clinica o psicoeducativa, tanto più semplice e rapido sarà il ripristino del normale cammino di crescita. Un ritardo potrebbe invece avere numerose conseguenze.
Innanzitutto il bambino perderà un atteggiamento fondamentale: la fiducia. Prima nelle sue capacità, perché, presto o tardi, si accorgerebbe delle differenze rispetto a quelle dimostrate dagli altri bambini. Poi nella propria capacità di mostrarsi in difficoltà, non sentendosi compreso neppure dalle figure nelle quali ripone maggiore fiducia. In secondo luogo le caratteristiche che provocano il disagio non avranno avuto attenzione, quindi si saranno consolidate e accresciute per gravità e numero, rendendo un intervento successivo decisamente più lungo e articolato. Infine, tardare fino al momento dell’ingresso nella scuola elementare significherebbe da parte dei genitori delegare agli insegnanti un compito specialistico al quale la scuola non può preparare, che spesso nel tempo diventa sempre più gravoso e complicato, portandoli di fatto ad avere cura di un bambino in difficoltà in un contesto scolastico che risulterebbe pregiudicato dalla presenza di un soggetto bisognoso di attenzioni specialistiche.