Olfatto, l'antico alleato
Gli elementi chiave delle visualizzazioni nelle tecniche immaginative
Fra i sensi di cui disponiamo per decifrare la realtà, l’olfatto è senza dubbio il più affascinante. Apparentemente potrebbe sembrare quello meno utile, quello di cui nel malaugurato caso dovessimo rinunciare a un senso ci sembra potremmo fare a meno.
Ma se fra i cinque sensi potrebbe sembrare quello meno indispensabile, dovremmo soffermarci qualche istante sulle caratteristiche dell’olfatto.
Il posto d'onore
Un mondo buio e privo di immagini visive, uno muto e silenzioso, uno privo di confini e sensazioni tattili, uno in cui ogni cibo è insipido e uguale a tutti gli altri forse possono apparire poco attraenti e spaventarci, mentre non sentire gli odori, a tutta prima, non sembra poi così terribile.
Ma è attraverso questo senso che iniziamo a conoscere il mondo, e molto prima di lasciare l’utero materno odori e sapori entrano a far parte del bagaglio di esperienze di ogni bambino. L’olfatto e il gusto sono infatti i sensi che si sviluppano prima, già poche settimane dopo il concepimento.
I legami affettivi
Al momento della nascita il bambino è già entrato in contatto per diversi mesi con profumi e gusti che gli danno un’idea di quello che sarà il suo ambiente di riferimento. Innanzitutto saprà riconoscere la madre ancora prima di vederla, e potrà attivare il riflesso di suzione che gli permetterà di raggiungere il latte, e quindi di nutrirsi e di stabilire un legame di attaccamento con la madre. Ma attraverso il liquido amniotico avrà anche gli strumenti per avvicinarsi con maggiore facilità ad alimenti e bevande che la mamma avrà assunto durante la gravidanza. Aver sperimentato diversi stimoli olfattivi e gustativi gli consentirà di esplorare il mondo e le novità con maggiore curiosità e interesse.
Gli odori contrassegnano con un’intensità particolare tutte le esperienze emotive caratterizzate da profumi e aromi, ed è per questo che i ricordi infantili sono molto persistenti nel tempo, e spesso basta un odore a rievocare emozioni, luoghi persone o eventi anche a distanza di decenni.
Infatti il senso dell’olfatto può essere sollecitato ed educato con i migliori risultati fino all’ottavo anno di vita, quando i processi di crescita delle cavità orofaringee raggiunge un certo livello di maturità. Ma tutta la nostra esistenza è caratterizzata da fragranze che inebriano, profumi che acquietano, aromi che stimolano, note che rassicurano: il mercato dei profumi è alla continua ricerca di formule capaci di evocare reazioni ed emozioni, e le capacità di un “naso” sono pagate... profumatamente.
Il senso della fiducia e dell'allerta
La parte di cervello coinvolta nel riconoscimento degli odori risiede negli strati evolutivi più antichi: è il paleocervello rettile che regola gli istinti, le reazioni primarie, gli eventi che non vengono filtrati dalla ragione ma impattano direttamente sulla produzione ormonale, sulle emozioni di fiducia o sospetto, sul piacere o il disgusto.
Per questo i ricordi legati a odori e profumi sono così vividi e tornano prepotentemente alla memoria anche in un solo istante. Per di più, la memoria olfattiva non si dimentica. I recettori presenti sulle mucose sono in grado di scatenare una risposta endocrina immediata e molto intensa, ed è per questo che nei Training Ipnagogici si tiene conto anche delle sollecitazioni olfattive che possono intensificare e indirizzare l’esperienza.
Il pensiero di un profumo di vaniglia, avvolgente e vellutato, può suscitare sensazioni piacevoli e rassicuranti: molti venditori lo usano per incoraggiare positivamente un acquirente e predisporlo a riporre fiducia in ciò che vedrà o ascolterà. Viene consigliata anche a chi deve seguire un regime alimentare o vive situazioni di stress, perché la sua natura dolce, intensa e delicata rassicura e può rievocare momenti sereni dell’infanzia, in cui ci si sentiva più protetti e sicuri.
Le note agrumate sembrano invece influenzare positivamente i livelli di energia grazie alle loro caratteristiche rinfrescanti, che favoriscono un’azione stimolante, dinamica ed ispiratrice.
Il basilico si è dimostrato particolarmente efficace nel ridurre le tensioni legate al superamento di prove ed esami.
Incensi, balsami, aromi, oli, essenze sono solo alcuni degli strumenti che veicolano i profumi e che possiamo ricordare quando sono legati a qualche evento particolare, ma gli odori che restano più impressi nella memoria sono quelli naturali: luoghi, persone, alimenti che segnano tappe di vita e ne definiscono i contorni: la freschezza dell’erba tagliata, il profumo di una torta, l’odore della terra dopo la pioggia, gli odori caratteristici di un luogo, la fragranza della pelle di un bambino dopo il bagnetto e tutti quei profumi legati a un evento o a un periodo significativo della vita.
L'immaginazione olfattiva
Il protocollo di creazione dei Training Ipnagogici prevede per ognuno un elevato coinvolgimento sensoriale, dal momento che un maggiore numero di sollecitazioni aumenta le probabilità di incontrare i vissuti individuali. La sollecitazione olfattiva dialoga direttamente con le strutture cerebrali più antiche, e anche se non tutti riescono a rievocare fisicamente la percezione del profumo pensato (le donne sono sensibilmente più predisposte in questo senso), anche in assenza di riproduzione sensoriale basta il pensiero di un ricordo olfattivo per creare un sottofondo cinestesico utile. Allenare le abilità immaginative e la capacità di distinguere e riconoscere i vari odori permette di utilizzare a proprio vantaggio anche i ricordi olfattivi per potenziare le induzioni pedagogiche, e rappresenta anzi un elemento di eccezione per intensificarne gli effetti.
L’immaginazione rappresenta l’unico limite alla quantità di giochi che si possono inventare per imparare a riconoscere gli odori, dal riempire diverse scatoline o sacchettini con caffè, confetti, paglia, olive, rosmarino, lavanda, basilico, salvia, aglio, sapone, limone, mela mandarino, pesce, olio, burro ad esempio e giocare a quante se ne decifrano, al pensare e raggruppare diversi oggetti i cui profumi ricordino ad esempio il Natale (cannella, uvetta, pino, zenzero, cioccolata) o l’estate (ananas, pesce, melone, cocco, crema solare).
I migliori risultati si ottengono proponendo le attività di stimolo e riconoscimento ai bambini, ma anche un naso adulto si può educare per migliorare la propria sensibilità olfattiva, e soprattutto la facilità, la rapidità e la correttezza delle interpretazioni da parte del cervello.