Bimbi in viaggio: Mamma, papà... si parte!
Viaggiare con in bambini espande la mente, rinsalda i legami, allarga i confini dell'esperienza
Andare in viaggio con i bambini è un'avventura sicuramente stimolante ed emozionante, nel bene e nel male.
Viaggiare rappresenta l'occasione perfetta per rinsaldare i legami, approfittando del tempo di cui solitamente non si dispone in una convivenza diversa dal quotidiano.
Viaggiare rappresenta l'occasione perfetta per rinsaldare i legami, approfittando del tempo di cui solitamente non si dispone in una convivenza diversa dal quotidiano.
La novità, in termini di luoghi, persone, attività costituisce una sfida più o meno importante per tutti i membri della famiglia. I bambini, solitamente spettatori dell'organizzazione e della logistica giornaliere, possono essere coinvolti nell'organizzazione, nella gestione del tempo, dei luoghi da visitare, delle modalità di spostamento e della conservazione dei ricordi.
I rapporti vengono messi alla prova, caratteri e preferenze emergono, a volte anche di prepotenza, le dinamiche familiari traballanti acquistano una dimensione più stabile o si rivelano in fretta per quello che realmente sono.
Quando i bambini sono molto piccoli, fino a due-tre anni, è importante pensare che le nostre esigenze sono completamente diverse dalle loro. Quello che per noi può essere un viaggio meraviglioso per un bambino può diventare un incubo.
Qualche tempo fa sono tornata sul Col di Tenda: per chi non lo conosce, si tratta di un luogo tipicamente montano, piacevole e tranquillo. Un luogo idilliaco per un picnic su un prato o una passeggiata rilassante. Eppure, quando ero bambina, ogni volta che minacciavano di portarmici per me era il terrore: non osavo scendere dall'auto perché l'erba mi arrivava praticamente al collo. Le cavallette saltavano dappertutto e spesso mi salivano addosso o mi urtavano, E se sei alto 1,5 m una cavalletta da 2 cm non spaventa. Ma se sei alto la metà, l'impressione è che sia grande il doppio. A chi farebbe piacere trovarsi immersi fino al collo nell'erba, vedere nitidamente maggiolini e ragni a un paio di spanne del viso e sentirsi continuamente colpiti da animali in proporzione grandi come locuste?!
Le migliori intenzioni possono trasformarsi in torture, quindi fate sempre attenzione alla percezione che gli altri compagni di viaggio potrebbero avere dei luoghi che desiderate visitare, specialmente se ancora non sono in grado di esprimere il loro disappunto o di aspettare da soli che torniate dalla cima di un monte o da in immersione con gli squali.
In ogni caso, non vi aspettate che si ricordino di quel viaggio come il più meraviglioso della loro vita: forse ricorderanno qualche emozione, un profumo, una sensazione. Con molta probabilità faranno fatica a collegarla fra i loro ricordi, e di sicuro non si ricorderanno quella meravigliosa cattedrale o quel tramonto mozzafiato sulla baia.
Ricordate però sempre che il vostro spirito di adattabilità e flessibilità a orari, cibi, abitudini non può essere il loro. Soprattutto i bambini molto piccoli hanno bisogno di stabilità, di routine, di sicurezze. Solo se riuscirete a rispettare i loro tempi, a mantenere le abitudini principali e ad essere presenti con il vostro affetto e la vostre presenza, allora potrete portare un bambino piccolo dove vorrete: se sarà ben vestito, ben nutrito, ben accudito, per lui, il suo mondo continuerete ad essere voi, indipendentemente da dove si troverà.
Ogni anno che passa aggiunge competenze e disponibilità, e l'interesse per ciò che è diverso, inusuale, esotico, naturalmente attirerà sempre più e incuriosirà.
Ai bambini piace esplorare, quindi anche viaggiare, sempre che piaccia ai loro genitori e che si sentano sicuri.
Personalmente, cerco di coinvolgere il più possibile i bambini nell'organizzazione di un viaggio, nella misura in cui desiderano partecipare. Pretendere la loro partecipazione in fase di progettazione non è produttivo, perché rischiano di disamorarsi del progetto e di prenderlo addirittura in antipatia. Ma rispettandone le curiosità, comunicando i progressi fatti nell'organizzazione e soddisfando dubbi e domande, o ancor meglio cercando di incontrare i loro desideri, il viaggio gli sembrerà costruito su misura, rendendoli entusiasti in ogni fase.
Prima del viaggio, perché potranno pregustarne l'avvicinarsi, collaborare a organizzare le attività, programmare un itinerario, documentarsi per cercare di volgere qualche tappa a loro vantaggio.
Durante il viaggio, perché saranno in grado di seguire i vari spostamenti su cartine, mappe o navigatori, daranno una mano con le prenotazioni e si stupiranno nello scoprire qualcosa di inaspettato, vedranno realizzarsi concretamente quelle che, fino a qualche tempo prima, erano fantasie o progetti sulla carta.
Dopo il viaggio, perché ne conserveranno per sempre l'emozione, l'esperienza, Il ricordo. E non sarà semplicemente un accumulo di nozioni, luoghi o immagini, ma soprattutto rappresenterà la crescita e il consolidamento del legame fra i compagni di viaggio, familiari o amici che siano.
Solo, non rimanete delusi se la crociera di gran lusso oltre oceano sarà ricordata per la baby dance, o se due settimane tra i ghiacci del mari artici si ridurranno al ricordo della foca che salta in acqua.
Maggiore l'età, maggiore la soddisfazione. Fino a quando i ragazzi provano piacere a viaggiare con i genitori, ogni destinazione può trasformarsi in una meravigliosa avventura e in una strabiliante occasione di crescita. E prima che ce ne si accorga, diventeranno capaci di gestire da soli un imbarco in aereo, uno spostamento con i mezzi pubblici o una prenotazione per uno spettacolo.
Viaggiare fa bene, a noi e a loro.
Allora, bagagli pronti e cartina in tasca: si parte!