Ansia e depressione
Due facce della stessa medaglia in grado di incidere pesantemente sulla qualità della vita
Di ansia e depressione si sente parlare di continuo, anche perché parallelamente all’aumento di stress e carichi di lavoro conseguenti all’organizzazione del sistema socio-economico attuale crescono il desiderio e la consapevolezza del diritto di potere e dovere vivere meglio la propria esistenza.
Chi viene colpito subisce processi destrutturanti che coinvolgono tutti gli aspetti della persona, e che rendono difficile, se non impossibile, lo svolgimento delle normali attività quotidiane.
I disturbi interessano infatti principalmente nella sfera dell’umore, ma risentono del problema anche l’atteggiamento motorio, la qualità delle relazioni interpersonali e la fluidità del pensiero.
La paura della perdita e della novità che essa produce sono alla base della depressione. Si può trattare di perdita reale derivante da un evento esogeno (il decesso di una persona cara, il trasferimento in un’altra abitazione, gli esiti di catastrofi naturali o un evento reale ma affrontato in modo esagerato) o endogena, cioè immaginaria, per la quale il soggetto teme che l’evento immaginato si verifichi al punto da soffrirne come se fosse già avvenuto. Questa forma depressiva è alla base dei disagi maggiori, dal momento che non si ha una causa da additare per giustificare il proprio malessere.
Sembra che l’alterazione della trasmissione di un neurotrasmettitore interagisca con gli eventi ambientali percepiti come negativi, determinando potenzialmente tre stadi sequenziali: ansia, depressione, angoscia.
La depressione può avere andamento bipolare, presentandosi in alternanza a momenti di serenità o di esaltazione che però riconducono inevitabilmente alla sindrome depressiva, in un crescendo che da uno stato d’ansia conduce alla depressione, fino a tradursi in angoscia e momenti di panico, con le tipiche alterazioni del sistema neurovegetativo: palpitazioni, sudorazione, pallore, svenimento.
Ansia e depressione influenzano il soggetto in maniera diversa a seconda dei momenti della giornata: l’ansioso risente maggiormente del disagio durante le ore serali, mentre si solleva al mattino. Il depresso vive una situazione inversa, per cui subisce i disturbi maggiori al mattino e trova conforto nella sera. Autunno e primavera sembrano inoltre essere le stagioni nelle quali si verifica la maggiore insorgenza delle alterazioni dell’umore.