Anoressia e Bulimia
Il progresso economico e l'aumentata disponibilità di cibo nascondono i rischi legati alla malnutrizione anche nelle società più avanzate
Di rapporto con il cibo se ne è parlato tanto in passato e in futuro ancora se ne parlerà, indipendentemente dagli sviluppi in campo dietetico, farmaceutico o medico.
La scintilla che fa scattare la motivazione in una persona a dimagrire fino a non vedere più un filo di grasso sulle ossa o a ingerire cibo fino a dilatare a dismisura lo stomaco non può essere sedata da una pillola o da un intervento chirurgico, e fino a quando non sarà spenta, ogni dieta sarà inutile.
Molti disturbi che vengono semplicemente presentati come alimentari vanno analizzati sotto una prospettiva più ampia, che consideri ad esempio le implicazione della sede orale nell’evoluzione della persona.
Sin dai primi giorni dall’esterno proviene cibo: si tratta di sostanze vissute anche come fonte di gratificazione, in un periodo della vita nel quale la bocca è fondamentale strumento di conoscenza (gli oggetti vengono messi in bocca prima ancora che guardati). Con l’acquisizione del linguaggio, la bocca diventa poi fonte di esteriorizzazione dei propri pensieri, e quindi di ulteriore gratificazione. La bocca è quindi protagonista di funzioni alimentari, relazionali e di linguaggio.
La maggior parte dei disturbi del comportamento a carattere alimentare trova nutrimento in una scarsa capacità di riconoscere le proprie emozioni e sensazioni psico-corporee. Il mancato riconoscimento di emozioni quali la rabbia o la frustrazione, ad esempio, può causare una sensazione di vuoto che viene colmata attraverso il cibo, anziché attraverso l’esternazione di uno sfogo fisico o reazioni positive per superare la difficoltà.
Interventi che si differenzino dalla psicanalisi tradizionale per metodologia e tempi di risoluzione, come ad esempio la Pedagogia Clinica o l’Antroposofia, offrono alternative per agire in funzione del risveglio delle capacità del soggetto di percepire il proprio sé corporeo e di accettare la propria individualità come componente fondamentale del proprio Io. La conoscenza graduale delle sensazioni provenienti dal corpo, l’accettazione delle caratteristiche morfologiche personali, la stimolazione delle sensopercezioni olfattorie, gustative e visive, rappresentano tra altri alcuni strumenti utili a far riscoprire il proprio corpo a soggetti che lo mortificano giorno dopo giorno, in uno stato di continua sofferenza, impedendogli un corretto nutrimento o eccedendo nell’assunzione di cibo.