Attenzione
Le cadute di attenzione, qualora non siano causate da patologie cerebrali per le quali è necessario un approccio più complesso, sono molto frequenti nella pratica pedagogico clinica.
Solitamente si presentano nel quadro di un disagio che coinvolge altri aspetti, ognuno dei quali va compreso e analizzato insieme alla persona per individuarne le cause e scoprire dentro di sé le motivazioni alla loro soppressione. Un’alta percentuale di bambini in età prescolare e scolare presenta, in vario grado, sintomi riconducibili alla sindrome da disattenzione e iperattività, riassunta nell’acronimo ADHD.
Per loro gli interventi possibili in ambito pedagogico clinico sono molti, e prima è possibile effettuare una diagnosi e iniziare un intervento, prima si raggiunge un miglioramento della situazione psichica, fisica, emotiva e scolastica del soggetto, permettendogli lo svolgimento di una vita normale.
Molti soggetti diagnosticati ADHD, nell’età adulta trovano finalmente conforto in un intervento pedagogico clinico che ponga fine alla loro condizione di disagio.
Particolari situazioni personali possono causare cadute di attenzione e difficoltà nel rimanere concentrati durante un’attività. Un’anamnesi particolareggiata, unitamente a un’osservazione attenta e completa, permette di individuare le fonti del disturbo e di predisporre un adeguato intervento.
Nei casi più gravi psicosi, autismo, stati depressivi o ansiosi, disturbi della personalità, ritardo mentale, deficit sensoriali visivi o uditivi, epilessia, intossicazioni, assunzione di farmaci, traumi fisici o psichici, neoplasie, contesti sociofamiliari svantaggiati, possono comportare disturbi del livello di attenzione, considerabili in sinergia con altre figure professionali nell’interesse del soggetto e con l’obiettivo di un suo pieno recupero.